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venerdì 4 dicembre 2015

La principessa Arancione


La Principessa Arancione
e i suoi 120 giorni






Un ringraziamento particolare alle Ombre perché senza di loro,
non avrei potuto scrivere questo racconto!


Copyright © di Flavia Di Cosimo
Copyprint @ di Marianna Capponi
gennaio 2015 - dicembre 2015


Questo racconto non è tratto da una storia vera.
Ogni riferimento a cose o persone è puramente casuale.

Prefazione
In questo breve racconto, viene descritto metaforicamente il bizzarro e vario mondo dei social network.
Attraverso una fiaba e senza mai menzionare l’uso del computer, si toccano argomenti molto delicati.
I contenuti scivolano addolciti dalla fantasia della storia, incantando i più piccini attraverso una lettura semplice e scorrevole.
Allo stesso tempo, vengono incastonati nella trama argomenti di profonda riflessione che potranno essere apprezzati dai lettori più adulti.
In modo alternativo, viene descritto un percorso in cui molti, inevitabilmente, si rivedono.
Non a caso sono stati scelti personaggi di fantasia; infatti, attraverso il WEB, ognuno di noi ha la possibilità di costruirsi una nuova identità resettando completamente la vita passata.
Le fasi descritte all’interno del libro rispecchiano le dinamiche di un mondo fantastico: un approccio quasi casuale con una vita parallela, l’inserimento in una comunità virtuale, la conoscenza di meccanismi inconsueti e, infine, il ritorno alla vita reale.
Questo breve racconto vuole sensibilizzare le persone facendo notare quanto è carismatica la rete e sottolineando com’è facile, attraverso questo mezzo, plasmare tutto a proprio piacimento, non sempre in modo positivo e vantaggioso per tutti.
Si evidenzia, quindi, l’importanza di riprendere il contatto con la vita reale per poter non solo “sentire”, ma anche “vivere” le nostre emozioni.
Le anime che ognuno di noi incontra, non a caso e non in un momento qualunque, le ritroviamo qui, in questa metafora.
Tutto ritorna, tutto ha un senso.

Riassunto
I “Colori” citati nel libro rappresentano, metaforicamente, le persone che utilizzano il computer.
Sono distinti attentamente in diverse categorie a seconda delle loro caratteristiche.
La protagonista è la principessa Arancione che si ritroverà, casualmente, all’interno di questo mondo parallelo.
Verrà immediatamente travolta dalla curiosità e dall’entusiasmo perché avrà l’impressione di non sentirsi più sola.
Ben presto, ignara delle dinamiche che caratterizzano questo ambiente virtuale, si ritroverà a percepire un grave pericolo che la porterà istintivamente a fuggire via.
La principessa non riuscirà a tornare facilmente nella vita reale, in quanto prigioniera di un sortilegio che le era stato fatto molti anni prima, al di fuori della sfera.
Un misterioso colore Bianco, un’anima nobile, la salverà, svelandole una magia che la libererà dal un soffocante incantesimo.
Con fede e speranza, la principessa riuscirà ad affrontare il suo passato, la sua Ombra, e comincerà a vedere la sfera in modo diverso.
Superati i 120 giorni, senza quasi rendersene conto la principessa troverà finalmente la sua reale dimensione e riuscirà a liberarsi per sempre dalla sfera e, soprattutto, da un passato che l’opprimeva.

Capitolo I
La principessa Arancione e la sua solitudine




 In un tempo non molto lontano, c’era una graziosa principessa di nome Arancione che viveva in un bellissimo villaggio incantato.
Era una fanciulla piccina, dalle forme morbide e aggraziate; aveva un animo vispo e gentile, sempre pronto ad accogliere nuove emozioni.
I suoi occhi neri erano profondi e disarmanti, così ingenui da riuscire a spogliare delle loro armature anche i guerrieri più temerari!
Aveva lunghi capelli castani raccolti sulla testa e tenuti ben saldi da un antico fermaglio di perle. Alcune ciocche ribelli sfuggivano e si poggiavano delicatamente sulle spalle minute, formando dei graziosi riccioli di seta.
Il prezioso fermacapelli le era stato donato dalla nonna Amaranta quando era ancora in fasce. Una donna forte, dallo sguardo severo, incapace di donare affetto sia con i gesti che con le parole. Era legata alle tradizioni, ad un’educazione rigida e punitiva. Una corporatura imponente e orgogliosa la mostrava in tutta la sua autorità. Aveva due occhi penetranti che incutevano terrore: non appena si incrociava il suo sguardo, un brivido improvviso saliva sulla schiena tant’era la paura di affrontarlo!
Quell’oggetto, tramandato di generazione in generazione, era simbolo di rispetto per una figura decisamente matriarcale.
Sebbene la nonna Amaranta si mostrava emotivamente blindata, la principessa le era molto legata e per nulla al mondo avrebbe tolto quel fermaglio dai suoi capelli, soprattutto ora che lei non c’era più.
Nonostante fosse cresciuta in un’atmosfera gelida e rigorosa, la principessa aveva un carattere molto gioioso e solare.
Spesso però, si ritrovava spenta in una profonda tristezza ed era incapace di capirne l’origine. Cercava di trasformare questo stato d’animo grigio e malinconico in qualcosa di positivo, attraverso un costante sorriso che, ironicamente, le scavava due graziose fossette vicino agli angoli della bocca.
Da molto tempo, ormai, i boschi e le pianure del suo meraviglioso villaggio, erano deserti: tutti gli abitanti erano misteriosamente scomparsi nel nulla.
Perplessa e disorientata, la principessa provò più volte a cercarli percorrendo i sentieri e scrutando con attenzione in ogni angolo. Non trovò mai nessuno tanto che decise di rinunciare.
Rassegnata, cominciò a trascorrere le sue lunghissime giornate in solitudine, osservando silenziosamente, dalla grande finestra del palazzo il paesaggio dei boschi circostanti.
Un bel giorno, presa dallo sconforto e dall’insopportabile senso di vuoto, decise di consultare la sua vecchia sfera di cristallo con la speranza di ritrovare qualche anima amica.
L’aveva riposta, molti anni prima, nella vecchia torre del palazzo in cui abitava. Con determinazione, andò a cercarla: tra scatole, vecchi giocattoli, libri impolverati e mobili tarlati, finalmente la trovò!
Soddisfatta, la lucidò con il lembo del lungo abito di raso; senza mai distogliere lo sguardo dal prezioso oggetto; poi tornò velocemente nella sua stanza.
Con una mano continuò a tenere ben salda la palla di cristallo, mentre con l’altra si tolse la corona dalla testa, la poggiò sul tavolo e infine, al suo interno, vi posizionò delicatamente la sfera ritrovata.
Pronunciò alcune parole magiche che le consentirono di accedere velocemente all’interno del misterioso globo: in meno di un secondo, questo si riempì di mille luci variopinte e la principessa Arancione, con meraviglia, scoprì che dentro di esso vi era un fantastico mondo nascosto!

Capitolo II
La sfera di cristallo

La magica palla conteneva milioni di Colori: erano tutti di forma sferica ed erano sempre fermi nello stesso punto. Avevano tinte e dimensioni differenti; alcuni erano quasi spenti, altri, invece, brillavano di luce propria.
Spesso cambiavano la loro intensità a seconda dei Colori con cui erano in contatto. Infatti, i magici puntini della sfera spesso si univano, per un periodo più o meno lungo, attraverso sottilissime scie luminose che si spostavano elettricamente, agganciandoli l’un l’altro in maniera quasi casuale.
La vivacità della luce dei Colori variava proprio nel momento in cui due di essi si collegavano, aumentando o diminuendo, quasi volessero esternare la loro gioia o il loro disappunto nell’unirsi!
Stupita dalla straordinaria scoperta, la principessa cominciò ad osservare ogni giorno quelle tinte perché voleva scorgerle tutte, anche quelle nascoste in profondità. Le studiò attentamente in ogni singolo dettaglio, collegandosi ogni giorno alla sfera con estrema costanza.
Riuscì ad agganciarsi facilmente ai misteriosi Colori contenuti nella palla sparpagliando, qua e là, parole magiche che le consentivano di acchiappare le scie luminose.
Nel giro di pochi giorni, cominciò ad avere contatti regolari con alcuni puntini variopinti: ogni volta che si creava un collegamento con loro, si sviluppava in lei una luce profonda e intensa. Con altri Colori, invece, mantenne rapporti più superficiali e spenti. All’interno della sfera, vi erano anche delle tinte particolari: la principessa le vedeva lì, presenti, ma con loro, non aveva avuto mai alcun contatto.
Con il tempo riuscì a distinguere tutte le sfumature contenute nel magico globo e senza rendersene conto, si ritrovò anch’ella a farne parte. Lentamente, rimase incantata dal luccichio di tutti quei puntini colorati: i giorni passavano uno dopo l’altro e lei, completamente accecata dal bagliore di quelle luci, perse completamente di vista la realtà che la circondava.


Capitolo III
I colori e i personaggi della sfera
All’interno del magico globo, si potevano distinguere diversi gruppi di Colori: tra tutti, la principessa amava in particolar modo quelli Vivaci.
Erano allegri e scintillanti: si divertivano a stuzzicare le altre tinte, coinvolgendole nei loro giochi, per farle brillare di più. Inventavano piccoli trucchi di magia e riuscivano così a rallegrare anche gli animi più grigi!
Ogni volta che agivano in questo modo con un particolare puntino della sfera, il Colore da loro “toccato” aumentava la propria forza vitale e la sua tinta diventava improvvisamente più intensa e luminosa. Con il loro comportamento amorevole e sbarazzino, portavano gioia e serenità lì dove ve n’era bisogno.
La principessa si relazionava spesso con loro perché amava giocare! Si scambiavano ironicamente parole magiche, creando di conseguenza un’atmosfera frizzante e leggera!
In quelle occasioni, si dimenticava della solitudine che la circondava e della tristezza che spesso la soffocava; così, per pochi attimi, aveva l’impressione di non essere più sola.
All’interno della sfera, vi erano anche i colori Tenui: erano teneri e a volte un po’ infelici. La principessa scoprì che ad ognuno di loro, in passato, era stata rubata parte della tinta. Era molto dispiaciuta, ma non sapeva cosa fare per aiutarli.
Per fortuna, di lì a poco, notò una cosa interessante: nel momento in cui un colore Tenue sembrava spegnersi completamente, arrivava come per incanto un colore Vivace ad aiutarlo: questo si avvicinava, punzecchiandolo più volte, e magicamente il colore Tenue riprendeva tutto il suo delicato splendore!
Intravide, all’interno della sfera, anche i colori Trasparenti. Elegantemente silenziosi, si trovavano tra le varie tinte, anche se quasi nessuno li notava. Loro, sempre attenti e curiosi, osservavano tutto e, insieme agli altri colori Trasparenti, facevano una gran confusione all’interno del magico globo perché si divertivano a creare storie immaginarie su tutti gli altri Colori, prendendo spunto da piccoli pettegolezzi colti qua e là.
Vide poi molti colori Sfumati: erano giovani e ancora indefiniti. Cambiavano colore con facilità, facendosi assorbire dalle nuance con le quali si agganciavano, come se queste avessero su di loro un’influenza misteriosa. Osservandoli con cura, la principessa Arancione capì che con il tempo i colori Sfumati si trasformavano: anch’essi, infatti, assumevano pian piano un colore definitivo e da quel momento diventavano di un’unica tonalità.
Tra i colori Definitivi (Vivaci, Tenui e Trasparenti), notò un’altro bizzarro comportamento. Essi tendevano a mescolarsi tra loro per poi separarsi qualche tempo dopo. Spesso l’uno imprigionava parte della tinta dell’altro, facendola propria per sempre, creando così una nuova variante al proprio colore.
Talvolta accadeva che si mescolavano talmente tanto e in maniera così profonda che diventava impossibile separarli. Così, come per magia, una scintilla di luce dorata appariva vicino a loro e da essa nasceva magicamente un nuovo colore Sfumato!
Infine c’erano i colori Grigi, tristi e spenti. In genere si diventava così con il tempo. Le cause erano tante e tra queste, la più evidente era da attribuirsi alle “Ombre”.
La principessa Arancione le vide più volte: erano scure e tenaci. Eclissavano i colori Tenui fino a farli diventare Grigi: questi venivano scelti attentamente tra le mille nuance contenute nella sfera, proprio perché erano più fragili e delicati, quindi più facili da manipolare e assorbire.
Le Ombre si comportavano sempre nello stesso modo: si avvicinavano alla vittima prescelta e gli mostravano la loro enorme “ombra”, come fosse la maestosa coda di un pavone colorato! Poi, con fare astuto ed esperto, mescolavano il loro colore nero con quello Tenue, avvolgendolo completamente con tonalità scure e penetranti! Poi, sazia e soddisfatta per aver del tutto impoverito il colore Tenue, l’Ombra decideva di andare a risucchiare un altro colore, lasciando in un angolo la povera tinta ormai spenta e ingrigita, senza curarsene più.
Il colore Tenue non sempre riusciva a reagire in tempo e di conseguenza si ingrigiva. Così, incapace di separarsi da quel colore tenebroso, ne restava fatalmente imprigionato per sempre.
Altre volte, invece, riusciva inconsapevolmente a salvarsi. Infatti capitava che il colore Tenue si ritrovava mescolato con il colore nero dell’Ombra e, improvvisamente, si sentiva infastidito ed irritato dal grigiore che via via si andava formando dentro di se, come fosse un veleno urticante, si distaccava appena in tempo dall’Ombra, riuscendo a liberarsene. Ignaro del pericolo scampato, tornava tra gli altri colori Tenui mentre l’Ombra, indifferente, andava a cercare un’altra tinta da assorbire. Questo però poteva accadere solo se i due colori non erano abbastanza uniti da diventare inscindibili; in caso contrario era impossibile che il colore Tenue potesse farcela da solo!
All’improvviso, mentre osservava i colori nella sfera, la principessa Arancione realizzò che anch’ella era un colore e solo in quel momento capì di essere entrata a far parte di quella vita immaginaria, allontanandosi completamente della realtà! Cominciò a vedere la sfera e i Colori in modo diverso, ampliando la visione che aveva avuto fino ad allora.
Pian piano comprese che dietro ogni puntino luminoso contenuto all’interno della magica palla, c’era una sfera come la sua. Ognuna di essa rappresentava un personaggio: una principessa, un principe, uno gnomo, un folletto, una strega, un mago, una fata, un drago o addirittura un mostro!
Cominciò a porsi mille domande: “Perché mai una fata dovrebbe aver necessità di agire attraverso una sfera? E che ci fa’ qui un drago?! E io... Anche io sono qui...! Perché?”
Le risposte alle sue domande arrivarono nei giorni seguenti.
Dopo attente riflessioni, capì che il mondo dei Colori era diventato un’enorme opportunità per tutti quei personaggi che appartenevano a vecchie fiabe ormai dimenticate. Attraverso la sfera di cristallo, avevano la possibilità di mostrarsi per ciò che realmente erano o che NON erano, così da poter raggiungere i propri obiettivi.
Accadeva quindi che maghi e fate dai colori Vivaci facevano preziosi incantesimi a chi preferivano, senza sentirsi in dovere di rispettare alcun copione di racconti fiabeschi!
Principi e principesse, che erano in genere delle tonalità di Azzurro o Rosa, si mostravano in tutta la loro bellezza ed avevano una luce particolarmente brillante che spiccava tra tutte! Quando si agganciavano tra loro, diventavano colori Vivaci e si rivelavano in tutto il loro splendore, non curanti degli altri puntini contenuti nella sfera! Se non riuscivano ad acchiappare nessuna scia luminosa per mettersi in contatto con un principe o una principessa, quasi si spegnevano, diventando così colori Tenui.
Le streghe e gli stregoni, invece, si divertivano a fare dispetti e a portare scompiglio qua e là: ovviamente si trattava dei colori Trasparenti!
Vi erano poi gnomi, elfi e folletti (dai colori Sfumati) che giocavano liberamente come fanciulli e mantenevano sempre un contatto con almeno un colore definitivo.
La principessa capì inoltre che i colori Grigi rappresentavano personaggi delle fiabe colpiti da un malefico sortilegio. Avevano perso completamente la loro tonalità ed erano diventati tristi e cupi, privi di luce propria.
Infine, tra le Ombre, vi erano i draghi e i mostri: di questi bisognava aver paura perché avevano la possibilità di ingannare e divorare le prede più deboli con estrema facilità, abbagliando i Colori con una falsa identità.

Capitolo IV
Il colore Bianco

La principessa Arancione,  impaurita da questa scoperta e sopraffatta dal panico, prese tra le mani la sfera di cristallo e si diresse rabbiosa verso la finestra con l’intenzione di gettarla via e liberarsene per sempre.
Ma ecco che, proprio in quel momento, attraverso una scia luminosa un brillante colore Bianco si agganciò alla sua sfera. Lei, abbagliata dal chiarore della sua luce, si fermò e ripose nuovamente la sfera all’interno della corona. Poi, incantata, si fermò ad ammirarlo.
Lui, con fare sicuro e delicato, le disse:
–“Io vedo in te un grande dolore dovuto ad un brutto incantesimo fatto da un’Ombra del passato. Quest’Ombra non si trova nella sfera, ma nel mondo reale. E’ proprio per questo motivo che tu, senza rendertene conto, ti sei rifugiata qui. E’ stato come fuggire via da un forte dolore perché la tua anima è convinta di non essere in grado di poterlo affrontare.”–
E senza darle il tempo di riflettere, continuò:
–“Non sono un principe e non conosco fate! Ma posso insegnarti una magia per liberare la tua luminosità e diventare di nuovo un colore Vivace. Per fare ciò, dovrai semplicemente aprire il tuo cuore ed ascoltarmi attentamente… Se te la senti, ti spiegherò come fare.”–
Solo in quel momento la principessa Arancione realizzò di non essere più un colore Vivace; capì di aver perso la sua brillante tinta in un tempo talmente lontano da non ricordarlo neanche più!
La familiare tristezza l’avvolse di nuovo, silenziosamente. I pensieri si affollavano nella sua mente: era incapace di metterli in ordine, tanto era rimasta frastornata e stupita da quelle parole.
L’incontro con il colore Bianco non era stato casuale. Sembrava come se un angelo dal cielo lo avesse mandato da lei per salvarla! Così, senza pensarci troppo, accettò l’invito e con incertezza rispose:
–“Non sono sicura di potercela fare, ma non ho paura! Voglio affrontare la mia Ombra! Ho un macigno nel cuore e catene nella mente che mi fanno sentire oppressa e sola. So che devo lottare e trovare pace dentro di me per ritrovare la mia amata libertà…”–
Così lui, fiero della scelta che la principessa aveva preso, continuò dicendole:
–“Ti insegnerò una magia ma tu, alla fine, dovrai essere talmente forte da riuscire a perdonare l’Ombra che ti ha fatto questo sortilegio. E dovrai imparare ad amarla tenendo nel tuo cuore solo la parte positiva che ti ha segnata e lasciando andar via per sempre la parte negativa. Solo con il perdono e l’amore potrai rompere l’incantesimo che ti tiene prigioniera..."–
Poi smise di parlare per qualche istante ed osservò la principessa per essere certo che quelle parole fossero arrivate dritte al suo cuore.
Finalmente la principessa Arancione, dopo interminabili attimi di riflessione, annuì con il capo. Così il colore Bianco continuò dicendo:
–"Affronta l’Ombra che ti ha incantata, anche se ti spaventa ed è lontana ormai: a voce alta, esprimi le tue emozioni, che siano esse di rabbia, dolore o frustrazione! Poi digli che la perdoni e che la ami, sottolineando le cose belle che ha lasciato dentro di te. Ricorda che le anime non possono essere completamente bianche o nere. Abbi compassione per la tua Ombra e, soprattutto, per te stessa. Non dimenticare mai che dovrai perdonare l’Ombra con tutto il cuore, altrimenti ne rimarrai per sempre imprigionata! Te la senti di continuare?”–
A quelle parole la principessa si irrigidì. Un senso di ansia e terrore stava offuscando la sua mente. Prima che queste emozioni si impadronissero di lei, in maniera confusa e perplessa, chiese:
–“Non so che dire... Chi sei tu? Come fai a sapere queste cose di me, del mio passato? Perché dovrei crederti e seguire i tuoi consigli?”–
Il colore Bianco, con dolcezza, la rassicurò dicendole:
–“Non sono io colui che devi temere. Io ho il dono di individuare questi sortilegi e mi avvicino solo a chi è in grado di ascoltare le mie parole. Non ho bisogno di nulla in cambio. L’unica cosa che mi ripagherà, sarà la tua felicità”–
La principessa Arancione si sentì piccola e umile di fronte a quell’amore incondizionato. Così, senza avere alcuna certezza su chi fosse quel misterioso colore con il quale stava parlando, cominciò a credere con fiducia alle sue parole e disse:
–“Voglio fare ciò che mi dici. Voglio eseguire la tua magia. Non posso negarti che ho paura, anzi… Sono terrorizzata! Non so a cosa sto andando incontro, ma so che non posso più vivere senza la mia libertà!”–
Il colore Bianco, felice per la risposta ottenuta, disse:
–“Bene. Non aver paura perché già da ora stai migliorando la tua vita! Quando avrai completato la magia, dovrai contare centoventi giorni. Ogni giorno che passerà, sarai sempre più consapevole delle parole magiche che avrai pronunciato. Allo scadere dell’ultimo giorno, finalmente, sarai completamente libera dall’incantesimo che ti è stato fatto e diventerai di nuovo un colore Vivace!”–
La principessa Arancione, ascoltò con attenzione, e si concentrò sul da farsi.
Poi, con tenerezza, il colore Bianco le disse:
–“Ora devo lasciarti. Ti ho portato a conoscenza della magia di cui hai bisogno. Usala con amore. Io rimarrò comunque al tuo fianco, anche se tu non  potrai  più vedermi. Se necessario, ti perdono… Ma di certo ti amo.”–
Quelle parole rimbombarono nella testa della principessa a tal punto da confonderla. Non voleva lasciarlo andare per paura di restare sola, di non farcela.
Poi coraggiosamente salutò il colore Bianco, lasciandolo libero di continuare la sua strada da solo. Lui, frettolosamente, sganciò la scia luminosa dalla sfera e la diresse verso un altro Colore bisognoso di aiuto.
In quel preciso istante, la principessa ebbe la sensazione di sprofondare nell’ignoto e cominciò a sentire un opprimente vuoto intorno a se.
Stanca e pensierosa si lasciò abbracciare da Morfeo fino al mattino.


Capitolo V
Il bosco e i 120 giorni

Il giorno seguente, la principessa andò nel bosco per cercare un angolo confortevole dove poter eseguire correttamente la sua magia.
Quasi smarrita, cominciò a vagare tra gli alberi.
Ad un tratto, vide un grande tronco ormai dimenticato dal tempo. Il suo interno era svuotato dalle intemperie e dal passare degli anni: si presentava agli occhi della principessa con una forma  accogliente e rassicurante, quasi a volerla incoraggiare a sedersi lì dentro.
Lei, tacitamente, accettò l’invito del vecchio albero e con grazia si inginocchiò al suo interno, cercando una posizione confortevole.
Disorientata, cominciò ad osservare l’ambiente circostante: il continuo fruscio delle foglie e il dolce cinguettio degli uccellini la spinsero  a procedere.
Così, dopo aver fatto un profondo respiro, seguì attentamente le istruzioni del suo mentore e pronunciò le parole magiche dettate dalle sue emozioni.
Man mano che la sua bocca esternava ciò che sentiva dentro, l’energia del suo animo si prosciugava e un senso di liberazione cominciava ad invadere il suo spirito.
Le lacrime cominciarono a scendere copiosamente mentre i brividi di gelo le ricoprivano la pelle. Il suo fragile cuore cominciò a battere all’impazzata, rimbombando ritmicamente fin sopra le tempie e le mani presero inspiegabilmente a tremare.
Il ruggito delle sue parole fu talmente forte da far risvegliare la natura intorno a lei: il vento cominciò a fischiare minaccioso e le foglie presero a volteggiare pungenti, formando un vortice intorno al grande albero. Nel frattempo gli animali, impauriti, si rifugiarono ognuno nella propria tana.
Poi, di colpo, le sue parole terminarono: i suoi  occhi spalancati, ancora pieni di lacrime, erano persi nel nulla.
Finalmente il “vero” vuoto si impadronì della principessa: un vuoto leggero, un vuoto di pace, un vuoto di sollievo.
In quel momento, tutto si fermò: il vento smise di sibilare e le foglie caddero improvvisamente a terra. Un silenzio inquietante regnava sovrano su tutto il bosco.
Non durò molto e pian piano tutto ricominciò a prendere vita. Gli animali cominciarono a fare capolino e ripresero  timidamente le loro abitudini.
Il gradevole fruscio delle foglie si divertiva a comporre nuove e frizzanti melodia mentre gli uccellini ripresero a cantare armoniosamente.
La principessa, finalmente, si sentì completamente libera da ogni oppressione.
Indebolita ed estenuata, perse i sensi accasciandosi a terra dolcemente.
Al suo risveglio, trovò accanto a se una cassetta trasparente: all’interno vi erano decine di messaggi, scritti su graziose foglie di carta colorata.
Con consapevolezza, cominciò a leggerli uno dopo l’altro dedicando la giusta attenzione a ciascuno di essi.
In ogni biglietto si parlava di un argomento diverso: amicizia, amore, passione, dolore, giochi e di molto altro ancora.
L’espressione sul viso della principessa mutava a seconda del contenuto scritto sul cartoncino colorato: alternava fragorose risate a lacrime di compassione. Le sfuggivano spesso sorrisi di comprensione e a volte si ritrovava a fare carezze a quelle foglie di carta, come fossero delle fragili mani da confortare.
Dopo averli letti tutti con pazienza e riflessione, si rese conto che la trasformazione in lei era già cominciata. In quello stesso istante le si aprì un nuovo mondo davanti agli occhi. Prese la cassetta e, commossa, la strinse forte al petto.
Giunta la sera, la principessa Arancione corse lungo il sentiero del bosco e si diresse nuovamente verso il castello.
Incoraggiata dai primi segni di cambiamento, decise quindi di cominciare a contare, uno dopo l’altro, i suoi centoventi giorni.
Durante questo periodo, osservò ancora i Colori nella sfera. Lesse molti altri messaggi che misteriosamente continuavano a riempire la cassetta trasparente.
Come aveva imparato dal colore Bianco, cominciò anch’ella, nel suo piccolo, a stuzzicare i colori Tenui e Grigi. Li individuava tra i messaggi che riceveva e cercava di dare loro forza e vivacità, imitando i colori Vivaci e seguendo l’insegnamento appreso! Questi, man mano, fecero lo stesso con altri Colori spenti e ingrigiti.
Così, mentre i giorni passavano, la magia si ripeteva tacitamente ancora, ancora e mille volte ancora!
Presto, all’interno della sua sfera, i colori Tenui e Grigi non si videro quasi più mentre risplendevano vigorosamente tutti i colori Vivaci!
Man mano che i giorni passavano, il colore della principessa Arancione diventò più forte e intenso a tal punto che le Ombre della sfera, inibite dalla luce prorompente, scomparvero del tutto!
Arrivò il centoventesimo giorno e la principessa Arancione neanche se ne accorse! L’incantesimo, dolcemente, era svanito nel nulla lasciando al suo posto un’immensa luce dello stesso colore del sole.
La principessa provava infinita gratitudine per essere stata liberata dal sortilegio e ricambiava tale gesto nello stesso modo, donando amore incondizionato a tutti i Colori bisognosi che incontrava. Presto però si rese conto che la sfera non le bastava più. Aveva bisogno di occhi da guardare, mani da stringere e corpi da avvolgere.
Fu così che decise di uscire per sempre dalla sfera.
Con una piccola magia, la principessa interruppe il collegamento ad essa e di colpo la preziosa sfera si spense definitivamente. La lasciò lì, nella sua corona, come se fosse quello il suo posto. L’accarezzò per un’ultima volta, ringraziandola per tutto ciò che, inconsapevolmente, aveva fatto per lei.
Tolse il fermaglio dai capelli: questi le caddero sulla schiena in maniera disordinata. Tenendolo tra le mani, lo sfiorò dolcemente con le dita; poi lo poggiò proprio accanto alla foto della nonna Amaranta, su un’antica madia di mogano scuro. Guardando la foto, con serenità disse: “Addio nonna. Ti perdono e ti amo. Ora sono libera...”
Si girò senza rimpianti ed andò ad ammirare l’alba, consapevole che un nuovo giorno le era stato preziosamente donato.
Da allora, cominciò a vivere serenamente ogni attimo della sua vita gioendo di tutto ciò che la circondava, senza più quella misteriosa tristezza che l’avevano afflitta per tanti anni.
La pace interiore esplodeva in tutta la sua brillantezza: finalmente era libera di amare e di essere amata in maniera incondizionata.


Se necessario, “vi perdono”...
ma di certo “vi amo”!

Fine